"Fine pena ora" racconta una storia straordinaria di redenzione e umanità, quella di un'amicizia che si sviluppa attraverso una corrispondenza lunga 38 anni tra Salvatore, un ergastolano condannato per mafia, e il giudice che lo ha condannato, Elvio Fassone. La vicenda ha inizio nel 1985 a Torino, durante un maxi processo alla mafia che coinvolgeva numerosi esponenti del crimine organizzato.
Salvatore, giovane ma già ritenuto uno dei capi del clan, viene condannato all'ergastolo. Il giudice Fassone, presidente della Corte d'Assise, è colui che pronuncia la sentenza, ma è anche la persona che, con un gesto di straordinaria empatia, consente al giovane condannato di recarsi a trovare la madre gravemente malata. Questo atto di umanità segna l'inizio di un rapporto inaspettato.
Dopo la condanna, Salvatore e Fassone iniziano a scambiarsi lettere, che diventeranno il mezzo attraverso cui si sviluppa una comunicazione profonda e significativa tra i due. Un legame che, nel corso degli anni, diventa una testimonianza potente di come la giustizia e la redenzione possano, a volte, essere trovate in luoghi impensabili.
"Fine pena ora" non è solo una riflessione sulla giustizia e sul perdono, ma anche un racconto di come l’empatia possa trasformare anche le relazioni più improbabili, facendo nascere una amicizia che sfida il tempo e le circostanze.